SISTEMI DI GESTIONE AZIENDALE

QUALITA' AMBIENTE E SICUREZZA : ISO 9001 - ISO 14001 - EMAS - ISO 45001
INFORMATION TECHNOLOGY: ISO 27001 - ISO 20000 - ISO 22301

 

 

 
 

ISO 14001:2015 - Le novità

 

Sono tre i concetti chiave introdotti dalla ISO 14001 del 2015, la cui comprensione e interpretazione risultano fondamentali ai fini della corretta applicazione dello standard nel suo insieme:

  • il "Contesto"
  • la “Prospettiva del Ciclo di Vita” (“Life Cycle Perspective”);
  • il “Rischio

 

Il primo concetto porta l’introduzione di un Punto norma interamente dedicato al Contesto dell’organizzazione e alla sua conoscenza e comprensione da parte dell’organizzazione che intenda adottare e sviluppare un Sistema di Gestione Ambientale.
La formalizzazione di una “analisi del contesto” dell’organizzazione nasce dalla volontà di valorizzare il contributo e di rafforzare il ruolo del Sistema di Gestione Ambientale quale strumento di gestione nel quadro delle più ampie problematiche dello sviluppo sostenibile (di natura quindi anche sociale ed economica), riconoscendo la necessità, ai fini della sua efficacia, che esso tenga in adeguata considerazione il contesto complessivo in cui l’organizzazione opera, nonché le aspettative e i bisogni delle diverse parti interessate che sono attive nel medesimo contesto e con cui essa, a diversi livelli e con diverse finalità, interagisce (operatori delle filiere a monte e a valle, aziende concorrenti, comunità locali, istituzioni, etc.).

Il contesto introdotto dalla ISO 14001:2015 non è solo “ambientale” in senso fisico e naturale, ma “popolato” di soggetti (parti interessate) portatori di specifici bisogni e aspettative.
É proprio all’identificazione di tali bisogni e aspettative, nonché più in generale delle questioni che dal contesto possono emergere relativamente alle dimensioni evidenziate, che è prioritariamente finalizzata l’analisi del contesto.

 

La considerazione della Prospettiva del Ciclo di Vita (“Life Cycle Perspective”) nella gestione ambientale dei prodotti e servizi e, più in generale, nella gestione ambientale delle imprese e del complesso delle relazioni con gli interlocutori della proprie filiere, è uno dei temi di maggiore portata innovativa.

Il Ciclo di Vita viene infatti richiamato come approccio concettuale e metodologico fondamentale per lo sviluppo del SGA, che di fatto chiede all’impresa di considerare, in una visione e con una logica unitarie, tutti gli impatti ambientali connessi ai suoi prodotti/servizi lungo tutte le fasi della loro vita, nonché di valutare e gestire correttamente i processi e le attività da cui questi sono causati.

La nuova norma esclude in modo esplicito che la conduzione di una LCA possa essere considerato un requisito. La necessità di adottare una Life Cycle Perspective può invece essere colta come uno spunto per sviluppare questo strumento, il cui utilizzo è rimasto fino ad oggi quasi sempre limitato alla gestione ambientale di prodotto16.
Alla luce dei nuovi requisiti, la LCA trova nuove e significative possibilità di integrazione e di valorizzazione nell’ambito di un SGA, fino a configurarsi come lo strumento ideale per fornire all’organizzazione quel patrimonio conoscitivo necessario non solo a gestire gli impatti ambientali dei prodotti, ma anche a perseguire concretamente il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali che è alla base della filosofia della norma.

 

Il terzo aspetto chiave è legato all’introduzione del tema del Rischio, la cui identificazione, valutazione e gestione diviene ora parte integrante del Sistema di Gestione Ambientale. Anche questa innovazione nasce, fra l’altro, dalla volontà di articolare lo standard in base alla nuova High Level Structure introdotta per tutte le norme ISO relative ai sistemi di gestione.
In base a tale struttura, infatti, l’identificazione e la valutazione dei rischi connessi ad un dato sistema di gestione costituisce un presupposto fondamentale per poterne correttamente impostare la pianificazione e poter definire, di conseguenza, azioni efficaci in termini sia di prevenzione sia di mitigazione.

Con riferimento specifico al Sistema di Gestione Ambientale, l’integrazione del concetto di rischio contribuisce a rispondere all’esigenza di integrare maggiormente il SGA con il business e con gli indirizzi strategici aziendali e di superare così uno dei principali limiti di cui i Sistemi di Gestione Ambientale hanno spesso sofferto: quello della mancata o insufficiente integrazione non solo nell’operatività dell’azienda, ma anche e soprattutto nella definizione delle sue strategie ai livelli più elevati dei processi decisionali.

Il concetto di rischio non si riferisce unicamente a potenziali conseguenze negative, o comunque indesiderabili, ma tende ad ampliarsi, riconoscendo come ad un dato evento possa associarsi una pluralità di impatti, sia negativi sia positivi. In questa logica, le imprese sono quindi chiamate ad adottare e a sviluppare, nel proprio SGA, approcci alla gestione del rischio finalizzati non solo a prevenire e a mitigare le potenziali conseguenze negative per il raggiungimento dei propri obiettivi, ma anche a cogliere e a valorizzare le opportunità che una gestione ambientale corretta ed efficace può offrire in una logica di integrazione con il business aziendale.

 



 

 

 

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